sabato 19 maggio 2012

Una storia possibile - CoHousing a Preganziol


Un giorno di maggio Luciana ha spedito un invito agli Amici di Beppe Grillo di Pordenone per visitare una CO-HOUSING nelle vicinanze. Incuriosito della cosa, ho deciso di partecipare.
Così in un tardo pomeriggio del 27 Giugno, insieme a un gruppetto di altre sei persone sono partito per la località di Preganziol, a sud di Treviso. Una volta giunti sul piazzale della chiesa cittadina abbiamo trovato il sig. Bruno che ci ha guidati fino alla CO-HOUSING dove risiede, una cooperativa che si intitola "Azienda Agricola Cagnin Anna Maria".

Immersa nel verde, quest’azienda di dieci ettari di terreno è composta da una cascina, un bosco, un laghetto, vasti campi a cultura biologica, più altri annessi per i ricoveri dell’attrezzatura e per attività ludico-creative; passeggiando per il bosco prima di arrivare in casa abbiamo assaporato dei frutti raccogliendoli direttamente dalle piante, tra cui delle ghiotte nespole, e abbiamo conosciuto anche gli altri occupanti della cohousing, dei giovani artisti occupati nel mentre a sistemare il cortile e fare le pulizie.
Il sig. Bruno è un altro vero “giovane” di settanta anni, dai modi molto cortesi, caldi e al contempo misurati, che durante la camminata ci ha raccontato senza imbarazzi del suo rifiuto di finire in una casa di riposo nel periodo senile a venire, motivo profondo tra altri che lo ha spinto a creare una cohousing.
Una volta dentro la cascina ci ha fatto accomodare attorno a un enorme tavolo, in una grande sala confortevole arredata all’antica, con un caminetto e delle poltrone d’epoca; questa stanza ci ha spiegato chiamarsi “Filò” e serve per scambiare quattro “ciaccole” alla veneta: così le persone ai vecchi tempi confrontandosi davanti a un buon bicchier di vino iniziano a conoscersi a vicenda.
Nella stanza adiacente c’erano la sala da pranzo e la cucina con la Signora Anna (moglie di Bruno) che stava preparando la cena.
Per alcune ore prima del pasto Bruno si è messo a nostra disposizione, rispondendo a tutte, (ma proprio tutte!) le nostre domande, spiegandoci con trasparenza il percorso che lo ha portato alla scelta della cohousing, e raccontando di sè stesso e dei suoi radicati valori con simpatia e generosità; ci ha regalato un paio di libretti intitolati “Una Storia Possibile”, in cui lui e sua moglie hanno scritto e spiegato la realtà e la genesi progettuale della loro coabitazione (lo trovate nei documenti Files del forum, leggetelo!).
La loro cooperativa vuole proporsi come coraggiosa alternativa ad uno stile di vita sempre più diffuso al giorno d’oggi, tale per cui le persone tendono a essere sempre più sole e centrate solo sui propri interessi e sul proprio tornaconto, sia dal punto di vista dello scambio economico che da quello affettivo-relazionale, relativamente anche alla produzione e al consumo delle risorse energetiche comuni, con il risultato di grossi sprechi e costi ambientali, solitudine, aridità sociale, maggior fatica e dispendio di nergie personali, perdita della dimensione collettiva dell’essere umano, e oblio della responsabilità e consapevolezza civica.
L’idea della coabitazione spinge più famiglie a con-vivere alcuni spazi di tempo e luoghi insieme, persone pronte però a raccogliere l’ardua sfida di conoscersi, confrontarsi, imparare a rispettarsi profondamente e crescere umanamente.
Perché, come sostiene il Signor Bruno, la proprietà è importante, ma le relazioni con le persone lo sono altrettanto, se non di più.
Durante la cena (vegetariana e di gran qualità, realizzata con prodotti genuini della cooperativa a coltura biologica e biodinamica) abbiamo avuto modo di parlare di più anche con gli altri soci dell’azienda, che ci hanno raccontato il loro punto di vista sulla coabitazione, il motivo della loro scelta, condividendo con noi anche le iniziative professionali che hanno intrapreso e che vogliono portare avanti in futuro. In realtà gli argomenti emersi durante il convivio quella sera sono stati vasti e innumerevoli, ma quello che soprattutto si è percepito è stata una preziosa e rara disponibilità umana al confronto e all’accoglienza del diverso. C’era un clima di umanità e saggezza in molte delle cose che abbiamo sentito.
Mi è difficile descrivere quello che mi è rimasto di questa esperienza, la bellezza del posto, delle idee, gli spunti di riflessione che riverberano dentro dopo aver incontrato persone con coraggio e spessore umano.. l’unica cosa che posso dire è di andare a visitarla e di portarci i molto giovani, come esperienza educativa.
Grazie a Bruno, Anna e anche a Luciana per l’iniziativa.

http://rio-selva.blogspot.it/

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