martedì 9 dicembre 2014

Internet senza confini: condividere la connessione al web.


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      La storia di Senza Fili Senza Confini è arrivata sul New York Times su cui è stato pubblicato un articolo che spiega il digital divide in Italia e racconta l’avventura dei cittadini di Verrua Savoia, che ha saputo diventare operatore di telecomunicazioni pur di uscire dal digital divide con un progetto di ricerca tecnologica e sociale portato avanti da Politecnico di Torino, Comune di Verrua Savoia, Ministero della Sviluppo Economico. Si tratta del primo provider di telecomunicazioni no profit.
      L’Associazione, la prima in Italia a registrarsi come operatore di comunicazione senza fini di lucro, propone un modello economico alternativo per l’accesso a Internet nelle zone periferiche, dove gruppi di cittadini uniscono i loro sforzi ed insieme si fanno carico degli investimenti per accedere alla banda larga, acquistandola in gruppo dove i costi sono più accessibili, evitando agli operatori tradizionali investimenti dedicati.
     L’attività dell’associazione si configura, proprio per questi motivi, in supporto e non in concorrenza con gli Internet Service Provider tradizionali, dei quali può essere considerata uno strumento operativo per ridurre il divario digitale che ancora caratterizza l’Italia, paese dalla conformazione geografica complessa.
Senza Fili Senza Confini vuole ridurre il divario digitale in ogni sua forma, sia infrastrutturale sia culturale.

    Per questo, oltre all’accesso a Internet a banda larga, saranno messe in campo azioni volte a supportare e consolidare l’utilizzo della rete attraverso corsi dedicati, soprattutto per le fasce più sensibili: i bambini e gli anziani. In particolare, l’Associazione ha programmato di lavorare con i ragazzi per tenere corsi sulle nuove tecnologie indirizzati agli anziani. A Verrua Savoia, dove la metà della popolazione ha più di 70 anni, anche questo è digital divide.

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