
L’apicoltura urbana è già una realtà a New York, Londra, Parigi,
Tokyo. E si fa strada anche a Torino, con il progetto UrBEES. Le api di
città fanno il miele – buono e sano come quello di campagna – e servono
a monitorare gli inquinanti. Roba da esperti? No. Chiunque può adottare
un’arnia: non è pericoloso, non è difficile e basta un balcone.
Un annuncio gira su facebook: “Abbiamo bisogno di voi per portare avanti il
Progetto UrBEES. Cerchiamo postazioni in Torino e Provincia per installare nuovi apiari urbani. Balconi, terrazze, giardini, orti, tetti, parchi, cortili... e qualsiasi altro spazio per poter rendere, finalmente, ecosostenibili le nostre città.
Join our revolution!”. E noi l’abbiamo fatto. Ecco cosa ha raccontato Antonio Barletta, l’ideatore del progetto.
“Io sono apicoltore da circa sette anni; avevo le api in Val Chiusella
assieme ad un amico, ma cercavo delle postazioni più vicine a Torino,
dove vivo. All’inizio concentravo le ricerche in zone periferiche, ma
poi mi sono detto "Perché invece che mettere le api in periferia non le portiamo in città?”. E ho cominciato ad informarmi. In rete ho scoperto la realtà dell’apicoltura urbana, le esperienze nel mondo: Londra, Parigi, New York, Hong Kong, Tokyo…
Ho cercato di capire se ci fossero realtà simili in Italia, ma non ne
esistevano. E allora ho deciso di provarci io. Prima di tutto ho cercato
di capire se nella mia città ci fossero divieti contro
l’apicoltura urbana – divieti che esistono in altre città: la stessa
New York, ora all’avanguardia in questo campo, inizialmente lo vietava –
e ho visto che a Torino il divieto non c’era. Così ho cominciato a
parlarne ad amici, conoscenti, apicoltori…
Se siete interessati:
urbees@hotmail.com