lunedì 27 giugno 2011

Scusi, ma perchè dovremmo favorire dei privati?

Questa domanda mi è stata fatta diverse volte, anche da qualche politico/funzionario, ed è stata fonte di vivaci confronti. Vi propongo l'analisi fatta dall'associazione Solidaria, che ha realizzato un breve e completo documento scritto. Lavori come questo sono alla base per proficui dialoghi con le Amministrazioni in quanto si passa da ragionevoli criteri di buon senso a documenti scritti su cui fare un discorso scientifico. Proprio questo è lo scopo di questo blog e raccogliere materiali analoghi che possano aprire le porte delle Amministrazioni; un invito a spedirli, pubblicarli e discuterli in un'ottica di miglioramento continuo.

Ecco parte del contributo:

Perché le Amministrazioni dovrebbero sostenere il cohousing?
di Chiara Durante – Architetto e socia di “Cohousing Solidaria”
Contributo rivolto alle pubbliche amministrazioni e ai cohousing al fine di mettere meglio in luce e conoscere gli aspetti che possono avere ricadute positive sull'interesse collettivo, auspicando un confronto sempre più collaborativo e fruttuoso.
 
La recente diffusione dell’interesse per il Cohousing in Italia fa sì che non ci sia ancora una codificazione chiara del tema nella legislazione italiana. Scopo della neonata Rete Italiana Cohousing è anche quello di contribuire alla conoscenza e al riconoscimento istituzionale dell’attività delle associazioni, mettendo in rilievo e promuovendo lo sviluppo di quegli aspetti del cohousing che possono avere ricadute positive sull’interesse collettivo e auspicando un confronto tra le associazioni stesse e le pubbliche amministrazioni. 
In questa sessione cercheremo di esplicitare questi aspetti, anche attraverso un rapido sguardo al panorama di quei paesi dove il Cohousing è una realtà ormai consolidata. ... 

Qui il resto

lunedì 20 giugno 2011

SH SHARING Condividere idee e abitazioni - Torino, via Ivrea 24

A Torino in via Ivrea (zona nord - quartiere Pietra Alta) è partito un importante progetto di social housing, con criteri di innovazione ed efficienza energetica.

Il progetto intende proporsi come un innovativo percorso per poter offrire una concreta risposta ad un disagio abitativo sempre più crescente nel panorama nazionale, proponendo un modello flessibile che possa venire incontro a bisogni diversi di specifici possibili utenti.
La strategia dei promotori prevede la creazione di una rete di scambio con Associazioni ed Enti Pubblici e Privati per promuovere uno spazio dove la transitorietà non viene vista come situazione al limite del disagio sociale e abitativo, ma bensì occasione di nuova progettualità personale ed incremento del proprio patrimonio personale.


Mi pare interessante anche l'attenzione all'ambiente che si pone.
Il progetto di riqualificazione architettonica, prevede il ripensamento dell’immobile attraverso l’impiego del colore che donerà un nuovo ritmo alle facciate con l’utilizzo di materiali disinquinanti foto catalitici oltre a spiccate attenzioni all’ambiente e alla sostenibilità con utilizzo di materiali ecocompatibili a bassa manutenzione, sistemi solari passivi, sistemi di recupero dell’acqua piovana, un impianto fotovoltaico per la produzione dell’energia elettrica, un impianto solare termico destinato ad integrare oltre il 60% del fabbisogno di ogni unità abitativa.

Penso che il progetto di via Ivrea possa essere usato e riletto in chiave cohousing, dove la pubblica amministrazione coordine le forze, la progettualità e le risorse. Mentre gli operatori privati e le famiglie possono metterci competenze e professionalità non facilmente reperibili sul mercato.
Ecco un breve video di presentazione del progetto e troverete informazioni alla pagina: www.sharing.to.it


In corsivo alcune citazioni dal sito.

giovedì 2 giugno 2011

Video dell'incontro organizzato da L'isola che c'è

   L'associazione L'isola che c'è (Como) sta portando avanti il progetto LuoghiCOmuni con cui muove i primi passi per realizzare un cohousing nel comasco. Trovate qui di seguito il video, ma vorrei sottolineare una particolarità: a differenza di altri gruppi presenti sul territorio che si sono formati più o meno spontaneamente qui è avvenuto qualche cosa di diverso e su cui è interessante riflettere.
   Il progetto di cohousing è il frutto di un percorso lungo (dal 2003) che muove l'associazione creando una rete locale di economia solidale, che coinvolge realtà di vari ambiti: commercio equo e solidale, finanza etica, consumo critico e consapevole, cooperazione sociale, riciclo e riuso, energie rinnovabili, agricoltura biologica, artigianato, turismo responsabile, solidarietà internazionale, tutela dell'ambiente, pace, cultura, arte, formazione e informazione.
   Il fatto che un gruppo di persone abbia espanso sempre più i propri interessi, partendo da progetti piccoli, ma concreti è un valore positivo sulla crescita che può portare essere gruppo che agisce sul territorio in diversi settori. E' importante legarsi a varie associazioni ed essere permeabili ad idee nuove (ad es. la permacultura).
"Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi 2 idee." di G.B. Shaw


Video presentazione "LuoghiCOmuni" 

LuoghiCOmuni è un percorso di promozione sociale sul tema del coabitare che ha l'obiettivo di creare una rete tra le realtà esistenti sul territorio e stimolare la costituzione di gruppi di progettazione e sperimentazione di nuovi modelli solidali ed ecosostenibili d'abitare. 

Lo scambio di idee e la convinzione della necessità di un cambiamento ci hanno portato a lavorare sul tema dell’abitare partendo ciascuno dalla propria esperienza, per questo abbiamo pensato a LuoghiCOmuni come percorso dove incontrarci e trovare risposte concrete al desiderio di uscire dall’individualismo, promuovere uno stile di vita più solidale, sobrio e rispettoso dell’ambiente. Questo significa anche interagire con le istituzioni e verificare se ci sono spazi per progetti di riqualificazione del territorio, lavorare con la Pubblica Amministrazione  per individuare aree libere o recuperare edifici esistenti dove sperimentare la coabitazione come occasione per rivalutare alcune zone e diventare magari esempio pilota di nuovi modelli abitativi.