mercoledì 25 aprile 2012

Squatter, Cohousing e Comunità di Famiglie SQUATTER


    Siamo abituati a pensare al fenomeno degli SQUATTER, come qualche cosa di abietto e pericoloso. L'occupazione di un edificio o un terreno in Italia è un reato punito dal codice penale, tuttavia bisogna analizzare la motivazione sociologica che spinge delle persone ad occupare una casa (o un intero immobile). Ben diverso è il fatto che un gruppo di persone entrino in un immobile e lo vandalizzini per puro divertimento ed invece persone che entrano in un immobile perchè non hanno casa.

   Certo è un reato in ogni caso, ma cerchiamo di andare oltre per capire che la legge non spiega necessariamente la realtà. In Olanda si è realizzata un'esperienza di un CoHousing partito da un'esperienza di occupazione e questo deve far riflettere. 
   L'esperienza citata è quella di Grote Pyr una Comunità realizzata presentando un progetto di ristrutturazione alle amministrazioni dopo alcune prime esperienze di occupazione. Le famiglie o gli individui (ad oggi 50 persone) vivono nel "proprio" appartamento, ma hanno in comune la cucina, i servizi, il bar, l'asilo, la sala riunioni, la vecchia palestra della scuola, il pollaio, l'orto, un piccolo museo per i bambini e altri spazi.

   Il gruppo è molto vario per età e professioni (falegnami, medici, saldatori, politici, ragionieri, architetti, un impresario, chef, costruttori di stufe, studenti e artisti) ci si è divisi in 6 gruppi abitativi di varie dimensioni e si sono insediate alcune microimprese:
- Società di layout
- Laboratorio per lo studio dei nuovi media e uso del PC
- Studio fotografico
- Laboratorio costruzione e riparazione biciclette (diciamo un po' stile CiclOfficina)
- Catering
- Studio musicale
- Falegnameria
- Studio contabile
- Studio di architettura

   Tutte queste attività  rendono l'intervento autosostenibile dal punto di vista economico, gli occupanti (nel vero senso della parola) hanno preso possesso della vecchia scuola e l'hanno riconvertita sia per uso residenziale sia per uso professionale. Molte delle strutture professionali sono aperte al pubblico dietro un piccolo contributo e l'impegno a rimettere tutto in ordine. Ciò permette ai giovani di avere spazi da usare (ad esempio le band possono usare uno studio musicale per provare) e gli abitanti ne ricavano contatti sociali sempre nuovi.

   Certo è da sottolineare che è necessario un atto di forza nel prendere possesso dell'edificio abbandonato, ricordandosi che si sta commenttendo un reato. Gli inquilini hanno però iniziato un buon lavoro in autorecupero e cercato di coinvolgere le amminstrazioni sin da subito evidenziando l'apertura verso il quartiere. Tutto ciò ha permesso di ottenere un mutuo per l'acquisto cooperativo della struttura.

LUOGO DI REALIZZAZIONE: AJA, Olanda

POPOLAZIONE: 50 abitanti
ANNO REALIZZAZIONE :1999
ORGANIZZAZIONE: modello di cooperativa abitativa/ COHOUSING.
TECNOLOGIA: autorecupero con sistemi ecocompatibili e recupero del patrimonio architettonico
ORGANIZZAZIONE SPAZIALE: adeguamenti spaziali interni di una ex scuola abbandonata.
Recupero della struttura sia per le residenze ( unità abitative nelle stesse classi) che per gli spazi collettivi (bar/museo/laboratori/spazi per esposizioni…).
Sistemi “ecocompatibili” e salvaguardia del patrimonio architettonico.
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