Proprio in questi giorni, ho visto che le porte e le finestre di tutti i 27 appartamenti
di un immobile vicino a casa mia sono state murate. Proprio così:
murate a mattoni, cosa che ha dato a tutto il complesso un aspetto
decisamente spettrale: una specie di tomba di un faraone egiziano
curiosamente trapiantata in Toscana.
Cosa è
successo? Beh, il proprietario del complesso non riusciva a venderlo e
non riusciva nemmeno ad affittare un numero sufficiente di appartamenti
per valerne la pena. Dopo vari guai con un’occupazione da parte di un
gruppo di disperati senza casa, non ha trovato altra
soluzione che murare ingressi e finestre dopo aver portato via tutto
quel che c’era negli appartamenti, incluso gli infissi e i sanitari dai
bagni. Perlomeno adesso non gli dà più preoccupazioni. Certo,
un triste destino per un immobile che, una volta, qualcuno deve aver
considerato come un modo intelligente per investire un po’ di soldi.
Mentre da noi c’è ancora chi spera in qualche miracolo
che fermi il crollo del mercato, ci sono dei paesi, come la Spagna, nei
quali il ciclo speculativo ha fatto il suo corso. Secondo i dati
disponibili, gli immobili in Spagna
hanno perso il 35% del loro valore dal 2007 e si ritiene che il valore
medio si dovrà dimezzare prima che si arrivi a una stabilizzazione (se
va bene). E notate come questo effetto si distribuisce in modo diseguale
fra gli immobili. Se la media di perdita è il 50%, questo vuol dire che
un gran numero di case vecchie e malridotte finiscono per trovarsi con valori di vendita
prossimi allo zero; ovvero diventano invendibili: da tener chiuse dopo
aver murato porte e finestre o, meglio ancora, da demolire.
In effetti, si riporta che il governo spagnolo stia pensando a un massiccio programma di demolizioni. L’idea è che se abbiamo un’eccesso di offerta
rispetto alla domanda, distruggendo un buon numero di case ormai
invendibili facciamo ripartire il mercato (perlomeno per le case
superstiti). In più, il terreno
può essere recuperato per fare cose più utili, tipo coltivare patate.
Certo, non è facile ri-naturalizzare il terreno cementificato, ma non è
nemmeno impossibile. In certe zone d’Europa, abbiamo pavimentato oltre il 10% del territorio. Forse abbiamo un tantino esagerato; sarebbe ora di ripensarci e, perché no, tornare indietro!
Ecco un video molto interessante di una torinese che ha demolito il proprio garage per farci crescere un orto.
Nessun commento:
Posta un commento