venerdì 7 dicembre 2012

1. Cucina comune



     
        L'idea di realizzare uno spazio comune dove poter preparare i pasti avendo a disposizione cucine professionali e attrezzature specifiche è sicuramente la più comune nelle realizzazioni di cohousing. I motivi sono diversi, come ad esempio: il non doversi occupare quotidianamente della preparazione dei pasti, avere comodi ed efficienti spazi per la preparazione e cottura dei cibi, poter apprendere nuove tecniche per la preparazione e cottura, avere un luogo dove poter realizzare prodotti a lunga conservazione (le conserve o le marmellate) o media conservazione (pane o biscotti) in maniera organizzata. Tali motivazioni portano a importantissimi vantaggi:
  • si riesce ad organizzare meglio il tempo dedicato alla preparazione dei pasti: le famiglie turnando fra di loro dedicano complessivamente meno tempo alla preparazione dei pasti
  • si genera un vantaggio economico legato all'economia di scala: dovere scaldare, o congelare, i cibi solo una volta per tutte le famiglie aumenta l'efficienza energetica del processo
  • essendo i costi ripartiti su un più ampio numero di persone ci si può permettere elettrodomestici di elevata qualità che durino nel tempo e che appartengano a una classe energetica superiore
  • ci si arricchisce culturalmente, in quanto si riceve e si condividono con altri la propria cultura alimentare e le tecniche per la realizzazione dei diversi cibi
  • la qualità dei pasti è generalmente alta, in quanto sia le materie prime sia i menù sono sempre scelti con grande attenzione
  • anche se usata semplicemente in maniera individuale si viene a generare comunque una relazione con gli altri

sabato 24 novembre 2012

Spazi e servizi comuni nei CoHousing. Quali i più interessanti?




   Se la voglia di tessere nuove reti relazionali è sicuramente il più forte motivo ideale per chi vive, o lo desidera, in un cohousing, la presenza degli spazi e dei servizi comuni è il motivo più pragmatico. Non esistono due cohousing uguali ed ogni realizzazione fa storia a se e meriterebbe di essere studiata singolarmente essendo tutti progetti unici e irripetibili che si estrinsecano grazie alla pluralità delle persone che lo compongono. Tuttavia esistono alcuni spazi e servizi comuni che sono ricorrenti, alcuni più di altri, con frequenza decrescente annoveriamo:
  • Cucina comune
  • Sala da pranzo multifunzionale
  • Giardino – orto/serra
  • Ludoteca/nursery – micronido
  • Lavanderia – stireria – asciugatrice
  • Biblioteca – emeroteca – CD/DVD
  • Sala computer  
  • Laboratorio hobbistico
  • Camera degli ospiti – Bed and Breakfast
  • Palestra – sauna
  • Piscina
  • Magazzino – Dispensa – Ripostiglio
  • Sala musica/(ballo → palestra)
  • Infermeria
  • Locale rifiuti, recupero acque fitodepurazione (+ spazio riuso creativo)
  • Parcheggio (open space), cantine, locali tecnici
  • Servizio di portineria (paga le bollette, riceve la posta, fa prenotazioni)
  • Car sharing/pooling – bike sharing

    Da un punto di vista quantitativo le superfici destinate ai servizi comuni occupano circa fra il 10% e il 40% della superficie complessiva; ovviamente i membri sono consapevoli che saranno parzialmente penalizzate le dimensioni delle singole unità abitative a favore di quelle comuni. Questo ha anche l'effetto di invogliare a trascorrere maggior tempo fuori casa e incontrarsi negli spazi comuni. 
Analizzeremo in dettaglio (nei futuri post) quali sono le varie soluzioni più comunemente implementate e rimaniamo in attesa di vostri suggerimenti e segnalazioni.


martedì 23 ottobre 2012

Bando per le Smart Cities


     Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca [MIUR] ha pubblicato un nuovo bando per le Città intelligenti rivolto a tutto il territorio nazionale.
Con il nuovo Avviso per la presentazione di Idee progettuali per “Smart Cities and Communities and Social Innovation”, il MIUR assegna 655 milioni di € aperto a: imprese, centri di ricerca, consorzi e società consortili, organismi di ricerca con sedi operative su tutto il territorio nazionale.
Le idee dovranno proporre interventi e sviluppare modelli per risolvere problemi di scala urbana e metropolitana negli ambiti individuati: Sicurezza del Territorio, Invecchiamento della Società, Tecnologie Welfare ed Inclusione, Domotica, Giustizia, Scuola, Waste Management, Tecnologie del Mare, Salute, Trasporti e Mobilità Terrestre, Logistica Last-Mile, Smart Grids, Architettura Sostenibile e Materiali, Cultural Heritage, Gestione Risorse Idriche, Cloud Computing Technologies per Smart Government.
    L’Avviso prevede una quota della dotazione finanziaria, pari a 25 milioni di €, destinata ai giovani di età non superiore ai 30 anni che vogliano presentare Progetti di Innovazione Sociale.
La scadenza per la presentazione delle Idee progettuali è stata fissata al 9 novembre 2012, mentre i Progetti di innovazione sociale possono essere presentati fino al 7 dicembre 2012.

venerdì 7 settembre 2012

Come passare dal dire al fare 2.0



   Forse uno dei problemi più grandi di quando si parla di cohousing è legato al fatto che inizialmente può esserci nelle persone una grande passione per questo argomento, ma come tutto ciò che è bello va coltivato con cura e con pazienza.
    La mancanza di risultati può portare alla dispersione di persone che sono potenzialmente interessate ed è per questo che riuscire ad offrire piccole soluzioni e risultati che siano continui nel tempo può permettere di tenere all'interno delle associazioni molte persone che via via col tempo si radicano sempre più nel territorio. Inoltre il portare avanti idee permette di allacciare legami con nuove persone: questo permette anche di entrare in nuove reti sociali e permette alle idee di diffondersi molto velocemente.
   Segnalo in bel progetto Milanificio.it un sito dove le persone si incontrano (nel virtuale) e decidono di partecipare e FARE dei piccoli progetti che col tempo possono essere via via sempre più complessi.
   Uno delle caratteristiche di blog e social network  è quello di diffondere idee ed opinioni, ma se si deve passare alla pratica possono non essere soluzioni ottimali. Ecco la loro presentazione:

Milanificio è un libero social netmake di liberi social netmakers che si aggregano e cooperano alla realizzazione di progetti per Milano. Una piattaforma di progettualità partecipata che si propone di attivare interventi di innovazione urbana cercando direttamente nel corpo sociale le risorse (di tempo, disponibilità, conoscenza, competenza e/o denaro) necessarie alla realizzazione del progetto. Milanificio propone e promuove la realizzazione di progetti di qualunque natura e di qualunque provenienza (singoli cittadini o associazioni) purché sostenibili, fattibili e auspicabili per la vivibilità di Milano.


martedì 3 luglio 2012

Ecco il capitolo sulle interviste



    Proviamo a raccogliere qualche suggermento su quello che è il capitolo più importante del libro e cioè le interviste e la loro analisi.
Potete scaricare il capito QUI e inviarmi pure i vostri suggerimenti ed idee, rimango in attesa di ogni vostro contributo.



 

Capitolo 7

Analisi delle interviste effettuate

Nel capitolo si darà conto del lungo lavoro sulle interviste effettuate, in particolar modo si analizzeranno:
  1. I perché di questo lavoro
  2. Come sono state effettuate le interviste - Comprendere con le interviste
  3. Le domande che sono state poste e le motivazioni che le hanno indotte
  4. I risultati emersi
  5. Conclusioni

giovedì 28 giugno 2012

Il ruolo del turismo nei cohousing



    In tempi di crisi, si sa, il lavoro bisogna anche un po' saperselo inventare ed offrire nuove stimolanti occasioni può essere l'inizio di una fonte di reddito  in un lavoro che mette in mostra se stessi e le proprie idee.

   In Danimarca, nel Cohousing Munksøgårds vicino a Copenaghen si è voluta cogliere una nuova opportunità per mostrare al mondo cos'è un cohousing. Inoltre ci si è re-inventati un lavoro di "guida turistica".

    L'idea è semplice, ma interessante, in pratica è possibile organizzare delle visite guidate presso una struttura di cohousing e poter accedere alle abitazioni private, agli spazi comuni e poter discutere con chi ci vive realmente quali sono le caratteristiche, e le criticità, che questa soluzione offre (durata circa 3 ore).

   Ovviamente le visite sono concordate con i proprietari, che si dimostrano entusiasti di poter condividere con gli altri i risultati concreti delle loro scelte di vita. Anche in Italia, potrebbe essere un'interessante esperienza per valorizzare il lungo lavoro che c'è stato dietro alla costituzione del gruppo. Certamente da noi le esperienze sono ancora poche (Milano e Preganziol), tuttavia si potrebbe pensare anche a forme di ospitalità del tipo B&B che potrebbero essere utili per inventarsi un lavoro investendo su ciò che si ha.

Se vi capitasse di essere vicino a Copenaghen, potete organizzare una visita [info].

mercoledì 13 giugno 2012

L'efficienza energetica al 1° posto



     Molti degli edifici dove viviamo e lavoriamo sono costruiti senza un adeguato isolamento termico: delle "groviere" responsabili di una grossa fetta dei consumi energetici italiani e delle emissioni di gas serra.
   Tra il 2000 e il 2010 i consumi legati all’edilizia sono quelli maggiormente cresciuti in italia e rappresentano complessivamente circa il 53% dei consumi elettrici e il 35% di quelli energetici totali. Diventa dunque importantissimo intervenire nel settore edilizio, se si vuole invertire questa situazione e ridurre le emissioni di CO2.
   Trovate QUI uno studio sulle dispersioni energetiche degli edifici. Ho molto apprezzato la valutazione tecnica ed ecnomica che viene fatta:
   "Oggi non esiste alcuna ragione economica o tecnica che possa impedire che tutti i nuovi edifici siano progettati e costruiti per essere in Classe A di certificazione energetica, e che possano contare sul contributo di pannelli solari termici o fotovoltaici, pompe di calore geotermi che o altri impianti da fonti rinnovabili per arrivare sostanzialmente a azzerare i consumi energetici. 

   In questi anni sono stati costruiti centinaia di edifici in classe a ed è dimostrato che l’incidenza sul costo di costruzione rispetto a un edificio tradizionale varia dal 5 al 10% considerando che in Italia il costo di costruzione viaggia mediamente intorno ai 1000 € a metro quadro, è evidente che avrebbe un’incidenza bassissima sul prezzo finale dell’edificio (e dimostra l’assurdità dei prezzi delle abitazioni). 
   
   Ma in queste case la riduzione annua di spesa tra riscaldamento e raffrescamento per una famiglia risulterebbe tra i 1.000 e 2.000 € e a dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, di come questa strada convenga è anche il valore di mercato e l’appetibilità di tali abitazioni e per questo ha senso denunciare i troppi edifici che continuano a essere progettati e costruiti male."

   Ritengo sia importante incentivare la messa in efficienza energetica degli edifici, si potrebbe pensare ad una soluzione specifica per il cohousing in quanto tali edifici essendo aperti alla comunità possono dimostrare concretamente che la soluzione è a portata di mano.
   Diverrebbero un concreto simbolo che cittadini e amministrazioni pubbliche possono avviare e gestire in maniera sostenibile il patrimonio edilizio.

sabato 19 maggio 2012

Una storia possibile - CoHousing a Preganziol


Un giorno di maggio Luciana ha spedito un invito agli Amici di Beppe Grillo di Pordenone per visitare una CO-HOUSING nelle vicinanze. Incuriosito della cosa, ho deciso di partecipare.
Così in un tardo pomeriggio del 27 Giugno, insieme a un gruppetto di altre sei persone sono partito per la località di Preganziol, a sud di Treviso. Una volta giunti sul piazzale della chiesa cittadina abbiamo trovato il sig. Bruno che ci ha guidati fino alla CO-HOUSING dove risiede, una cooperativa che si intitola "Azienda Agricola Cagnin Anna Maria".

Immersa nel verde, quest’azienda di dieci ettari di terreno è composta da una cascina, un bosco, un laghetto, vasti campi a cultura biologica, più altri annessi per i ricoveri dell’attrezzatura e per attività ludico-creative; passeggiando per il bosco prima di arrivare in casa abbiamo assaporato dei frutti raccogliendoli direttamente dalle piante, tra cui delle ghiotte nespole, e abbiamo conosciuto anche gli altri occupanti della cohousing, dei giovani artisti occupati nel mentre a sistemare il cortile e fare le pulizie.
Il sig. Bruno è un altro vero “giovane” di settanta anni, dai modi molto cortesi, caldi e al contempo misurati, che durante la camminata ci ha raccontato senza imbarazzi del suo rifiuto di finire in una casa di riposo nel periodo senile a venire, motivo profondo tra altri che lo ha spinto a creare una cohousing.
Una volta dentro la cascina ci ha fatto accomodare attorno a un enorme tavolo, in una grande sala confortevole arredata all’antica, con un caminetto e delle poltrone d’epoca; questa stanza ci ha spiegato chiamarsi “Filò” e serve per scambiare quattro “ciaccole” alla veneta: così le persone ai vecchi tempi confrontandosi davanti a un buon bicchier di vino iniziano a conoscersi a vicenda.
Nella stanza adiacente c’erano la sala da pranzo e la cucina con la Signora Anna (moglie di Bruno) che stava preparando la cena.
Per alcune ore prima del pasto Bruno si è messo a nostra disposizione, rispondendo a tutte, (ma proprio tutte!) le nostre domande, spiegandoci con trasparenza il percorso che lo ha portato alla scelta della cohousing, e raccontando di sè stesso e dei suoi radicati valori con simpatia e generosità; ci ha regalato un paio di libretti intitolati “Una Storia Possibile”, in cui lui e sua moglie hanno scritto e spiegato la realtà e la genesi progettuale della loro coabitazione (lo trovate nei documenti Files del forum, leggetelo!).
La loro cooperativa vuole proporsi come coraggiosa alternativa ad uno stile di vita sempre più diffuso al giorno d’oggi, tale per cui le persone tendono a essere sempre più sole e centrate solo sui propri interessi e sul proprio tornaconto, sia dal punto di vista dello scambio economico che da quello affettivo-relazionale, relativamente anche alla produzione e al consumo delle risorse energetiche comuni, con il risultato di grossi sprechi e costi ambientali, solitudine, aridità sociale, maggior fatica e dispendio di nergie personali, perdita della dimensione collettiva dell’essere umano, e oblio della responsabilità e consapevolezza civica.
L’idea della coabitazione spinge più famiglie a con-vivere alcuni spazi di tempo e luoghi insieme, persone pronte però a raccogliere l’ardua sfida di conoscersi, confrontarsi, imparare a rispettarsi profondamente e crescere umanamente.
Perché, come sostiene il Signor Bruno, la proprietà è importante, ma le relazioni con le persone lo sono altrettanto, se non di più.
Durante la cena (vegetariana e di gran qualità, realizzata con prodotti genuini della cooperativa a coltura biologica e biodinamica) abbiamo avuto modo di parlare di più anche con gli altri soci dell’azienda, che ci hanno raccontato il loro punto di vista sulla coabitazione, il motivo della loro scelta, condividendo con noi anche le iniziative professionali che hanno intrapreso e che vogliono portare avanti in futuro. In realtà gli argomenti emersi durante il convivio quella sera sono stati vasti e innumerevoli, ma quello che soprattutto si è percepito è stata una preziosa e rara disponibilità umana al confronto e all’accoglienza del diverso. C’era un clima di umanità e saggezza in molte delle cose che abbiamo sentito.
Mi è difficile descrivere quello che mi è rimasto di questa esperienza, la bellezza del posto, delle idee, gli spunti di riflessione che riverberano dentro dopo aver incontrato persone con coraggio e spessore umano.. l’unica cosa che posso dire è di andare a visitarla e di portarci i molto giovani, come esperienza educativa.
Grazie a Bruno, Anna e anche a Luciana per l’iniziativa.

http://rio-selva.blogspot.it/

mercoledì 25 aprile 2012

Squatter, Cohousing e Comunità di Famiglie SQUATTER


    Siamo abituati a pensare al fenomeno degli SQUATTER, come qualche cosa di abietto e pericoloso. L'occupazione di un edificio o un terreno in Italia è un reato punito dal codice penale, tuttavia bisogna analizzare la motivazione sociologica che spinge delle persone ad occupare una casa (o un intero immobile). Ben diverso è il fatto che un gruppo di persone entrino in un immobile e lo vandalizzini per puro divertimento ed invece persone che entrano in un immobile perchè non hanno casa.

   Certo è un reato in ogni caso, ma cerchiamo di andare oltre per capire che la legge non spiega necessariamente la realtà. In Olanda si è realizzata un'esperienza di un CoHousing partito da un'esperienza di occupazione e questo deve far riflettere. 
   L'esperienza citata è quella di Grote Pyr una Comunità realizzata presentando un progetto di ristrutturazione alle amministrazioni dopo alcune prime esperienze di occupazione. Le famiglie o gli individui (ad oggi 50 persone) vivono nel "proprio" appartamento, ma hanno in comune la cucina, i servizi, il bar, l'asilo, la sala riunioni, la vecchia palestra della scuola, il pollaio, l'orto, un piccolo museo per i bambini e altri spazi.

   Il gruppo è molto vario per età e professioni (falegnami, medici, saldatori, politici, ragionieri, architetti, un impresario, chef, costruttori di stufe, studenti e artisti) ci si è divisi in 6 gruppi abitativi di varie dimensioni e si sono insediate alcune microimprese:
- Società di layout
- Laboratorio per lo studio dei nuovi media e uso del PC
- Studio fotografico
- Laboratorio costruzione e riparazione biciclette (diciamo un po' stile CiclOfficina)
- Catering
- Studio musicale
- Falegnameria
- Studio contabile
- Studio di architettura

   Tutte queste attività  rendono l'intervento autosostenibile dal punto di vista economico, gli occupanti (nel vero senso della parola) hanno preso possesso della vecchia scuola e l'hanno riconvertita sia per uso residenziale sia per uso professionale. Molte delle strutture professionali sono aperte al pubblico dietro un piccolo contributo e l'impegno a rimettere tutto in ordine. Ciò permette ai giovani di avere spazi da usare (ad esempio le band possono usare uno studio musicale per provare) e gli abitanti ne ricavano contatti sociali sempre nuovi.

   Certo è da sottolineare che è necessario un atto di forza nel prendere possesso dell'edificio abbandonato, ricordandosi che si sta commenttendo un reato. Gli inquilini hanno però iniziato un buon lavoro in autorecupero e cercato di coinvolgere le amminstrazioni sin da subito evidenziando l'apertura verso il quartiere. Tutto ciò ha permesso di ottenere un mutuo per l'acquisto cooperativo della struttura.

LUOGO DI REALIZZAZIONE: AJA, Olanda

POPOLAZIONE: 50 abitanti
ANNO REALIZZAZIONE :1999
ORGANIZZAZIONE: modello di cooperativa abitativa/ COHOUSING.
TECNOLOGIA: autorecupero con sistemi ecocompatibili e recupero del patrimonio architettonico
ORGANIZZAZIONE SPAZIALE: adeguamenti spaziali interni di una ex scuola abbandonata.
Recupero della struttura sia per le residenze ( unità abitative nelle stesse classi) che per gli spazi collettivi (bar/museo/laboratori/spazi per esposizioni…).
Sistemi “ecocompatibili” e salvaguardia del patrimonio architettonico.
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